Storia del Club

36 ANNI DI STORIA SPORTIVA 25 DEI QUALI RACCONTATI DA UNO DEI DIRIGENTI STORICI

Da “venticinque anni di Olympia” di Stelvio Andreatta

25 ANNI DI OLYMPIA

Primo maggio 1994, Olympia-Palladiana Vigardolo 2-1: una partita in apparenza come tante altre, ma che invece, anche a distanza di anni, conserva una notevole importanza, per aver spalancato le porte verso il campionato di Promozione, il livello più alto raggiunto dalla società biancoverde nel calcio.
Come in tutte le storie di questo genere, l’ Olympia nasce, nell’ estate 1981, quando un gruppo di amici si trova d’ accordo nel voler colmare un grande vuoto in Cittadella; in questo caso, però, si tratta della mancanza di qualunque attività di atletica leggera, pur essendoci un magnifico impianto. Si sono notati anche margini di operatività nell’ ambito del calcio, laddove il Cittadella da solo non riesce a soddisfare le richieste locali, pur con le mastodontiche strutture che si ritrova a disposizione. Da qui la decisione di fondare una Polisportiva, che operasse nell’ ambito del calcio, dell’ atletica leggera, ma anche della pallavolo e della ginnastica ritmica, dandosi uno statuto che richiama esplicitamente l’ assoluta rinuncia a qualsivoglia scopo di lucro, nonché tutti gli altri principi del dilettantismo.
Il nome scelto, Olympia, è lo stesso di una associazione preesistente, poi scomparsa per dare vita al Cittadella Calcio, che era sorta appunto sugli stessi principi. La scelta è motivata non tanto dal fatto di far rivivere anacronisticamente quella associazione, quanto dal desiderio di rispolverare determinati valori morali ed educativi che parevano accantonati in soffitta. Tuttavia, a suo tempo la scelta del nome ha suscitato i rancori di parecchia gente cittadellese, in particolare nel mondo del calcio, forse perché si vedeva nella nascente Olympia un richiamo alle rivalità sportive che in passato si erano sviluppate tra la predetta associazione e l’ U.S. Cittadellese.
L’ atletica leggera ha un avvio entusiasmante: ogni settimana dai 100 ai 150 atleti, quasi tutti di scuola media, scendono in pista per esercitare un’ attività sportiva che integri e completi l’ educazione scolastica, seguiti da istruttori qualificati che mettono a disposizione gratuitamente tutta la loro esperienza e professionalità. Il calcio, invece, trova molti, troppi ostacoli al suo decollo: i tre campi sportivi di Cittadella non possono essere concessi, nonostante la presenza di una sola società; quelli delle frazioni sono occupati, oppure se disponibili vengono trovati con i cancelli chiusi all’ ora concordata per gli allenamenti, e così via. Fortunatamente, dopo un mese di peregrinazioni, si trova un accordo col comitato di quartiere di Ca’ Onorai per l’ utilizzo del campo di quella frazione. L’ avvio dei campionati è difficile: gli spogliatoi sono ancora in costruzione, per cui occorre utilizzare ambienti della palestra Mantegna di Cittadella, a 4 km di distanza; ed il trasporto dei giocatori, magari dopo una partita disputata sotto la pioggia, non è certo il toccasana per le automobili di dirigenti e accompagnatori, che comunque non si tirano indietro né si scoraggiano. Forse qualche arbitro si ricorderà ancora di aver fatto la doccia nell’ abitazione di una famiglia che abita presso il campo sportivo di Ca’ Onorai. Ad ogni modo, ancora oggi si ricorda la disponibilità ad adattarsi a tale situazione di società titolate, abituate a ben altri standard, quali Padova, Thiene, Giorgione, Verona, mentre le società più vicine o più insignificanti, quelle che forse avevano dovuto superare situazioni analoghe nel loro passato, si dimostravano più intolleranti.
Sin dagli inizi, tutte le cure di tecnici e dirigenti sono indirizzate, in sintonia coi principi dello statuto, alla cura del settore giovanile, forte di due squadre partecipanti ai campionati regionali e tre a quelli provinciali. All’ ultimo momento, inoltre, si decide di iscrivere una squadra al campionato di Terza Categoria, che serva da punto di riferimento per i tesserati del settore giovanile, i quali possono così ambire all’ esordio nella squadra maggiore per mettere in vetrina le proprie capacità e aspirare a una carriera che dia loro le giuste soddisfazioni.
Il punto di forza si rivela subito la squadra esordienti, che comincia vincendo e non si ferma più: dopo il primo posto in campionato, si classifica prima anche nel girone di ammissione alla finale provinciale, dove però viene sconfitta dal Bojon; anche in Terza Categoria ci si comporta bene: i giocatori (costretti a pagarsi pure tuta e scarpe) si divertono e divertono, raggiungendo il terzo posto finale, ma essendosi anche trovati nella lotta per la promozione; in tale categoria il gran numero di vecchi marpioni che ancora calca i terreni consiglia prudenza nell’ inserire qualche elemento giovanissimo, per cui comincia a farsi strada l’ idea di puntare alla seconda categoria per trovare un palcoscenico più adatto al lancio delle nuove leve.
Il 1982 è un anno ricordato con simpatia per l’ avvio di una iniziativa editoriale: “La Polisportiva”, un giornale ciclostilato a diffusione gratuita che si rivela immediatamente diverso da quelle riviste raschia-pubblicità che vengono abitualmente distribuite dalle società ai propri tifosi, i quali, dopo aver letto le formazioni delle squadre in campo, vi si siedono sopra. Il giornale, diretto dall’ enigmatico Dario Cattalin, dà molto spazio al settore giovanile dell’ Olympia, ma anche ad altri sport e alla cultura sportiva; la qualità tipografica è decisamente pessima, ma i contenuti sono talmente curati che ben presto si passa alla diffusione tramite le edicole. Le pagine crescono da 8 a 32, e tra l’ altro trattano di alpinismo, basket, ciclismo, problemi come la violenza negli stadi o l’ abitudine ad esonerare l’ allenatore, giochi della gioventù, Olimpiadi. Ma ciò che fa il successo della rivista è la comparsa di diverse rubriche satiriche che suscitano anche qualche vespaio di polemiche, ben presto sopite dall’ intelligente autoironia delle persone prese di mira: restano nella memoria di molti “Il contagocce”, “Lo strano Paese”, “La poesia di Natale”, “Il pungiglione”.
Il 1982 vede anche la nascita dell’ Atletica Libertas Cittadella, società che vuole rappresentare a livello assoluto l’ atletica del comprensorio cittadellese; l’ Olympia pertanto si adegua alla proposta, trasferendo alla predetta società gli atleti di oltre 16 anni, e accrescendo la cura del settore giovanile. Ha inizio pure la collaborazione con l’ Amministrazione comunale per l’ organizzazione e la conduzione dei Giochi della Gioventù, sia per le fasi comunale e distrettuale, sia per la partecipazione alle fasi successive.
La squadra di calcio, dopo un avvio promettente, si assesta su posizioni di media classifica, così come le squadre del settore giovanile, a parte gli allievi regionali che giungono terzi in campionato, quarti al prestigioso Torneo della Marca e in semifinale al Torneo Malagoli.
Nel 1983 la polisportiva amplia il suo raggio d’ azione alla pallavolo, con l’ iscrizione di una squadra alla terza divisione e l’ avvio di corsi di minivolley, altra lacuna nel panorama sportivo cittadino. Continua ed intensifica l’ attività di organizzazione e gestione dei Giochi della Gioventù, avvia corsi di educazione motoria per gli alunni delle scuole elementari, aumenta la partecipazione di atleti alle gare provinciali e regionali di corsa campestre, nonché dell’ attività su pista dell’ atletica leggera. Organizza due serate dedicate all’ alpinismo.
Per quanto riguarda il calcio, la stagione è tribolata: la prima squadra fatica a trovare un amalgama e conclude in posizione anonima di classifica. Ben maggiori le soddisfazioni degli allievi regionali, che vincono il loro girone, e raggiungono i quarti di finale sia in coppa Veneto (eliminati dal Chievo) che al torneo della Marca; benino per esordienti e pulcini, rispettivamente quarti e terzi nei campionati di loro pertinenza; deludono i giovanissimi, che tuttavia hanno dovuto battersi contro i pari età di squadre professionistiche.
Durante la stagione avviene l’ ingresso nella società di un personaggio tanto schivo quanto importante: il sig. Tullio Pontarolo, il quale porta con sé nuove energie che ravvivano l’ entusiasmo e anche qualche contributo economico così indispensabile per la sopravvivenza stessa delle attività. Viene anche data una veste giuridica alla associazione, che si trasforma in s.r.l., passo inevitabile per fornire un minimo di garanzia personale ai dirigenti, che finora hanno rischiato in proprio durante l’ accompagnamento in trasferta di atleti e giocatori. L’ afflusso di un po’ di denaro, e di nuove energie contribuisce al ringiovanimento e al rafforzamento tanto della squadra di calcio quanto di quella di pallavolo. Infatti nella pallavolo si vince il campionato e si va in Seconda Divisione.
Nel frattempo si aprono un Centro Olimpia, uno dei più grossi della provincia di Padova, e due CAS (centri di avviamento allo sport), uno per il calcio e uno per l’ atletica leggera. Prosegue sempre più salda la collaborazione col Comune per Giochi della Gioventù e Studenteschi, mentre si inaugura il “Natale dell’ atleta”, con un momento di riflessione religiosa seguita dal festeggiamento degli atleti e delle loro famiglie. Prende inoltre l’ avvio una iniziativa a quel tempo forse unica a livello locale e regionale: l’ organizzazione, in collaborazione con l’ Amministrazione comunale, di corsi di educazione ludico-motoria per i bambini delle scuole materne. L’ attività di atletica leggera si specializza verso i ragazzi di scuola media, demandando il prosieguo del lavoro alla Libertas Cittadella, cui si forniscono anche tecnici e dirigenti accompagnatori.
Nel calcio, si lotta fino all’ ultimo, ma invano, all’ inseguimento della promozione, mentre le squadre di allievi e giovanissimi regionali militano senza infamia e senza lode nei rispettivi tornei; sono gli esordienti, stavolta, a vincere il loro campionato, ma un banale caso di doppio tesseramento, avvenuto all’ insaputa dei dirigenti malgrado la loro attenta sorveglianza, li priva del primo posto. Al termine della stagione arriva la bella notizia: La FIGC, valutando i meriti sportivi ed organizzativi, ammette l’ Olympia al campionato di Seconda categoria. Da menzionare anche una dolorosa rinuncia: “La Polisportiva”, la rivista che tante soddisfazioni ha dato, chiude i battenti per insuperabili problemi economici e per difficoltà di stampa tempestiva e corretta, oltre che per la gran quantità di tempo richiesta, come testimonia ancora oggi con rammarico Dario Cattalin.
Nel 1985/86 l’ Olympia consolida le posizioni raggiunte nell’ atletica leggera e nella collaborazione con gli enti locali per l’ organizzazione e la gestione di corsi sportivo-motori; viene aperto il centro CAS di pallavolo, e in quest’ ultima disciplina la squadra maggiore consegue la seconda promozione consecutiva.
Nel calcio, il timore per la nuova categoria viene ben presto superato, e la squadra termina il girone di andata al primo posto; poi, una breve ma incisiva crisi riduce le ambizioni dei biancoverdi; in compenso, al primo posto si piazzano l’ Under 18 e i giovanissimi provinciali, mentre la squadra regionale di giovanissimi fatica a farsi luce, e alla fine raggiunge una posizione di media classifica.
Il 1986/87 si presenta invece come un anno povero di soddisfazioni, nonostante un accordo stabile col Comune per l’ utilizzo della stadio. L’ atletica viene un po’ trascurata, la squadra maggiore di pallavolo arriva ultima nel campionato di prima divisione e viene assorbita dal Castelfranco, per cui l’ Olympia mantiene solo il settore giovanile.
Nel calcio la prima squadra parte male e fatica in seguito a risollevarsi dalle zone basse della classifica, anche se non corre mai il rischio di retrocedere. Gli allievi regionali non si elevano dalla mediocrità e concludono il loro campionato nelle ultime posizioni, con enorme delusione da parte dei dirigenti che si sono sentiti mal ripagati da giocatori troppo presuntuosi o rinunciatari, seppur giovani. Fortunatamente i giovanissimi sembrano fatti di altra pasta, giocano e combattono alla pari conquistando un buon settimo posto. Come sempre, comunque, non manca la squadra vincente: gli esordienti sono primi nel torneo e si comportano bene anche nel girone finale valido per il titolo provinciale; pure i pulcini vincono il loro torneo, mettendo in mostra un vivaio ancora vitale.
Nel 1987/88 ci sono le intenzioni per un rilancio delle attività trascurate, così da recuperare un maggiore spazio nel settore dell’ educazione sportiva di base. Oltre a dare più vigore alla collaborazione con l’ Amministrazione Comunale per le attività nelle scuole materne ed elementari, l’ ingresso nella società del prof. Paolo Tessarolo incentiva l’ organizzazione e la gestione di corsi di educazione fisica anche nelle scuole elementari private, nonché l’ istituzione di corsi di attività sportiva in stretta collaborazione con la Scuola media Mantegna. Riprende vigore anche la pallavolo, con corsi di volley femminile oltre che maschile.
La stagione calcistica si apre invece con un tragico evento: la prematura scomparsa in un incidente stradale di Giorgio Carotta, forse il giocatore più rappresentativo della squadra, e sicuramente l’ attaccante che doveva fungere da perno a tutte le manovre. E’ proprio in un’ occasione come questa che l’ Olympia si riscopre non solo una società e una squadra, ma anche e soprattutto un gruppo di amici che si frequentano condividendo ben più che i soli allenamenti e le partite. Lo shock è enorme, e il vuoto rimasto sarà palpabile per tutta la stagione, che si conclude comunque con un buon quarto posto. Il settore giovanile consegue risultati poco esaltanti con allievi ed esordienti, mentre i giovanissimi denunciano parecchie lacune, agonistiche in particolare, che li relegano all’ ultimo posto con 2 soli punti in 24 partite. Qualche soddisfazione viene dal Trofeo Regione Veneto, nelk quale l’ Olympia avanza fino ai quarti di finale.
Al termine della stagione si fa strada un ripensamento da parte dei dirigenti: finora, pur di avere squadre competitive a livello regionale nel settore giovanile, si sono “rincorsi” i ragazzi, trattandoli con guanti di velluto, assicurando loro ogni attenzione e “privilegio”; solo che i ragazzi, una volta preparati tecnicamente e agonisticamente, finivano per scegliersi un’ altra società che, avendo la prima squadra in una categoria superiore, li attraeva maggiormente, oppure “si adagiavano sugli allori” senza nutrire particolari ambizioni, neppure di crescita sportiva, forti dei privilegi a loro riconosciuti con la permanenza all’ Olympia. Il risultato reale era che dirigenti e tecnici avevano l’ impressione di sprecare tempo ed energie nei confronti di ragazzi a cui mancava la volontà di offrire qualcosa in contropartita. S’ è pertanto deciso un brusco cambiamento di direzione, pur sapendo di rischiare un depauperamento del vivaio. D’ ora in avanti, chi avesse voluto se ne sarebbe potuto andare; e difatti almeno una ventina di calciatori si è trasferita in altre squadre che, a loro dire, garantivano migliori prospettive di carriera, salvo poi pentirsene a causa dell’ approssimazione tecnica con cui erano preparati, e non poter più fare ritorno per aver firmato il vincolo. Il settore giovanile è stato così ridimensionato, con la partecipazione ai soli campionati provinciali, ma per lo meno avendo a disposizione ragazzi sicuramente più motivati all’ attività sportiva della società.
Il 1988/89 registra un’ Olympia con ambizioni ridotte, dunque, almeno per quanto riguarda il settore giovanile; la prima squadra invece lotta per la promozione fino a tre giornate dalla fine. Under 18, giovanissimi ed esordienti cercano di dare il massimo, pur presentandosi con organici incompleti per i motivi illustrati, e raggiungono posizioni di media classifica.
Arriviamo al 1989/90: la squadra di seconda categoria parte alla grande mettendo in fila tutte le avversarie, per poi gestire tranquillamente il vantaggio conseguito e cogliere la prima categoria con 4 giornate di anticipo. Durante questa stagione la situazione è abbastanza positiva anche per le altre squadre; l’ Under 18 arriva quinta ma dopo aver condotto a lungo la classifica; i giovanissimi, secondi, ,sono ammessi a disputare il girone finale per il titolo provinciale; gli esordienti, senza sconfitte nel girone di ritorno, catturano un insperato quarto posto..
Al 1990/91 è attribuito un ruolo di stagione brillante nel calcio, sport in cui ormai si concentrano le attenzioni dello staff dirigenziale, visto che in altri ambiti viene a mancare lo spazio per iniziative, ma non si hanno né energie né possibilità economiche per lavorare proficuamente. La squadra maggiore si afferma come una delle squadre più organizzate del campionato di prima categoria, restando esclusa dalla promozione solo a seguito di spareggio. L’ Under 18 sfiora l’ ammissione alle finali provinciali, mentre i giovanissimi partecipano al campionato regionale con onore; più in sordina i tornei di esordienti e giovanissimi.
L’ anno dopo, il 1991/92, conosce un’ Olympia “sparagnina”, che accumula pareggi su pareggi, nonostante il buon potenziale. Alla fine dell’ anno i pareggi saranno 17, comunque utili per un buon quarto posto. A livello giovanile, l’ Under 18 è stata ancora una volta a un passo dalle fasi finali; gli allievi si sono piazzati a metà classifica, così come i giovanissimi; meno bene esordienti e pulcini, su posizioni di retroguardia.
Il 1992/93 è stato la stagione più tribolata, anche a causa delle minori disponibilità economiche offerte dallo sponsor, che hanno costretto la squadra a privarsi dei giocatori più forti. La salvezza arriva dopo un drammatico spareggio, e su rigore. Gli juniores partecipano al campionato regionale, con magre soddisfazioni; gli allievi si giocano allo spareggio l’ ammissione alle finali provinciali; i giovanissimi sono miseramente ultimi; un po’ meglio vanno esordienti e pulcini, a testimoniare il rinvigorimento del vivaio dal basso.
Smaltita la paura del torneo precedente, nel 1993/94 si procede ad un immediato rinforzo della squadra, che si rivela subito competitiva. Ed infatti, si riesce a vincere il campionato, ma anche il Trofeo Regione Veneto di prima categoria. Non basta, gli juniores vincono il loro torneo, comportandosi bene anche nelle finali provinciali; i giovanissimi si piazzano quarti, esordienti e pulcini a metà classifica.
Il 1994/95 cancella pian piano le ansie dovute alle maggiori incognite che la partecipazione ad un campionato prestigioso quale quello di Promozione porta con sè; l’ innesto di alcuni calciatori esperti, pur portando ad un innalzamento dell’ età media, ha consentito di condurre un torneo tranquillo, senza mai patemi per il raggiungimento della salvezza ed anzi con diverse soddisfazioni di fronte a squadre più blasonate. Bene si comportano anche gli juniores regionali, così come gli allievi provinciali che vengono ammessi alla fase finale; giovanissimi ed esordienti si piazzano terzi, i pulcini vincono il loro torneo.
Il bel sogno di Promozione è destinato a spegnersi l’ anno successivo, il 1995/96; la richiesta di risorse finanziarie è infatti eccessiva rispetto alle possibilità dell’ Olympia, costretta ad un ridimensionamento che si conclude con la retrocessione, non prima di aver condotto una competizione accesa con le altre “pericolanti” fin quasi all’ ultima giornata. Il settore giovanile conferma le note positive dell’ anno precedente, quasi ricalcando gli stessi risultati. E’ vero che giovanissimi ed esordienti arrivano a metà classifica, ma perché inseriti in un super-girone provinciale che racchiude tutte le squadre tradizionalmente più forti della provincia.

Che altro dire, al termine di questo sintetico “viaggio” sulle “magnifiche sorti e progressive” dell’ Olympia?
Una cosa è certa: in seno alla società non cambierà il modo di pensare, perché non lo si vuole; questo non significa restare ancorati al passato, ma credere fermamente in alcuni principi che superano le mode stagionali per affermarsi costantemente; sacrifici si sono fatti e si continueranno a fare, sia da parte dei giocatori che soprattutto da parte dei dirigenti, che spesso pagano di tasca propria una parte delle spese sempre crescenti.
Vale la pena quindi ricordare i dirigenti che hanno accompagnato tutta la storia dell’ Olympia, o che comunque hanno dato un contributo fondamentali per più anni. Franco Baggio, Ginaldo Quattoni, Giorgio Pan, Ugo Pasinato, Tullio Pontarolo, Stelvio Andreatta, Francesco Bizzotto, Mario Campagnolo, Paolo Tessarolo, Giovanni Sgarbossa, Pierangelo Milani, e diversi altri che hanno rivestito ruoli più o meno evidenti, ma tutti importanti, che sarebbe troppo lungo elencare. Tra i giocatori più fedeli e rappresentativi, Gianni Torresin, Giorgio Carotta, Lucio Andreatta, Oriano Cecchin, Valerio Rubin, Giorgio Mabilia, Roberto Tronco, Emilio Tosetto, Paolo e Maurizio Pivato.
Con quale spirito ci si presenta di fronte alle prossime stagioni? Sicuramente quello di tener fede agli ideali di lealtà e probità sportiva, nonché di lanciare giovani che per le loro capacità tecniche ed agonistiche possono farsi luce, seguendo le impronte di chi formatosi nell’ Olympia, ha poi trovato posto in squadre di categorie superiori; tra tutti ricordiamo Massimo Beghetto, che ha giocato anche in serie A; Zattarin e Bernardi, già giocatori del Padova, per finire con la più recente “scoperta”, Pasinato, ora al Belluno.

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