Archivio 3^ categoria 2017-18

CAMPO DA GIOCO :  CENTRO SPORTIVO DI CA'ONORAI

Cittadella 18 marzo 2018


                                                             IL BACIO


Si presentava questa domenica a "The Arena" l'ostica Comitense, autentica bestia nera dell'Olympia. Mister Meneghetti confeziona un inedito 3-5-2 per arginare i talentuosi avversari e ne risulta un primo tempo perfetto. Dietro, Mattolin fa vedere i sorci verdi al temuto bomber avversario, con Pierobon a dare il cuore finché ne ha e Bragagnolo a chiudere tempestivamente ogni spazio. Sull'out di sinistra Rosso è incontenibile e si conferma uomo più in forma dei biancoverdi, alternando chiusure precise a sgroppate selvagge. A destra uno stranamente ordinato Cauzzo si completa bene con Sgarbossa. Proprio quest'ultimo crea il primo brivido con un tiro dai 30 metri che muore alto di un soffio a portiere immobile. Anche la Comitense conclude dai 30 metri, e il tiro scheggia la traversa ma Baggio era ampiamente in posizione. Geremia e Sgarbossa si rivelano autentiche spine nel fianco per gli avversari e orchestrano bene un'azione che porta Parancola al tiro. È il preludio del gol. Minuto 35, Geremia e D'Agostino combinano sulla sinistra con quest'ultimo che va al cross, sopraggiunge Sgarbossa che però non riesce a concludere al volo ma lavora comunque bene il pallone sulla destra dell'area, si libera del proprio marcatore con un guizzo da faina e crossa forte rasoterra, in mezzo sbuca il solito D'agostino ed è 1-0 Olympia col capitano che bacia la maglia sotto i propri tifosi. La Comitense accusa il colpo e l'Olympia avrebbe un paio di contropiedi interessanti che però si chiudono con un nulla di fatto. Secondo tempo. Subito D'Agostino e Geremia impensieriscono il portiere avversario, ma è Bussolin ad avere l'occasione clamorosa. Inserimento perfetto per tempismo e potenza come il miglior Vieira, ma tiro da mediano che si stampa sul corpo del portiere vanificando una giocata da applausi. È questo il cardine su cui svolta la partita, subito dopo Bragagnolo si vede fischiare contro un rigore dubbio ma ingenuo, la Comitense pareggia e i nostri appaiono svuotati. L' 1-2 e l'1-3 dopo un paio di miracoli di Baggio sono solo la logica conseguenza delle energie sulla Riserva e della delusione per i propri sforzi resi vani in pochi secondi. Ma le teste uscendo dal campo sono alte, la frustrazione cede il passo alla consapevolezza di una grande prestazione, di una sconfitta maturata per errori nei piccoli dettagli che scompariranno nel tempo, si chiama Esperienza, baby. Non resta che apprezzare la grandezza del nostro Sport, capace di spingerci su e giù in pochi minuti con delle montagne russe emozionali, di dare promettere e poi togliere, eppure di lasciarci sempre un po' più ricchi, con la sensazione di aver gioito di meno ma imparato di più, con Vittoria e Sconfitta che si fondono e si confondono infine nei nostri cuori prima di dormire regalandoci un'altra notte di sogni trepidazioni e emozioni, un'altra notte da calciatori.


Riccardo D'Agostino


COMMENTO 20^ GIORNATA
Cittadella 11/02/2018

IL MORSO

Pioggia torrenziale questa domenica su Gazzo, ma il Calcio non si ferma e l'Olympia scende in campo decisa a far dimenticare la sfortunata sconfitta di Curtarolo. Il primo tempo è a senso unico, forse il migliore primo tempo dei nostri dall'inizio dell'anno. Il Gazzo soffre tantissimo la velocità di Sperotto, in un paio di occasioni Cauzzo riesce quasi a concludere delle discese travolgenti, Rosso sulla fascia è indemoniato, Bussolin guida un centrocampo finalmente in grado di dialogare che è un piacere. Insomma un bello spettacolo per gli occhi, peccato che non si riesca a concretizzare con una meritata rete del vantaggio. Due volte la sfiora D'Agostino perfettamente imbeccato dal capocannoniere Sperotto, ma il portiere avversario risulta attento e reattivo, così come in un paio di uscite disperate su Sperotto lanciato direttamente dal piede educato di Alessandro Baggio. Se ne scivola via così il primo tempo, lavato via dalla pioggia incessante come un bel disegno di cera su un marciapiede londinese, non resta che il rammarico per le occasioni sprecate, non ultima quella clamorosa di Pernechele allo scadere che non riesce a concludere al meglio forse ostacolato da una beffarda pozzanghera. In spogliatoio c'è consapevolezza della buona prestazione ma anche frustrazione per lo zero alla casella "reti segnate". Il proverbiale "the caldo" di Caressa non può che in parte scaldare un'atmosfera ormai gelida nelle ossa e nei cuori. Il secondo tempo ha un inizio strano, con le due squadre che sembrano studiarsi maggiormente, o forse sono solo la stanchezza e il campo pesantissimo che iniziano a farsi sentire. Comincia la girandola dei cambi e Geremia apporta fosforo e fantasia in fase offensiva ma la condizione è precaria e si vede. Un paio di sussulti per parte da segnalare, ma nulla di clamoroso, e ci si avvia così al più classico dei pareggi con campo disastrato. Fino al minuto 82. Corner di Parancola radente al limite dell'area, Cauzzo fa sua la sfera e la scaglia verso la porta, a centro area in mezzo alla selva di giocatori sbuca D'Agostino che di tacco devia in rete spiazzando il portiere con un guizzo da serpente velenoso. È delirio biancoverde sotto la curva dei capo-ultras Coco-Ganeo! Seguono i classici dieci minuti di sofferenza, con Baggio a sventare miracolosamente una mischia, ma soprattutto la linea difensiva Bragagnolo-Mattolin-Rosso-Pettenuzzo a superarsi nell'estremo sacrificio finale. Il triplice fischio libera l'esultanza dei nostri ragazzi, che hanno saputo restare uniti e soffrire, sbagliare e rialzarsi come solo una Squadra sa fare. E così mentre nei due spogliatoi va in scena l'eterno doppio spettacolo di gioia e dolore, esultanza e rammarico, fuori sul campo ormai deserto continua a cadere la pioggia, incessante, protagonista e testimone quest'oggi di questa storia di una domenica di provincia, la storia di un gruppo unito nelle difficoltà, la storia di calzettoni pieni di fango e speranze e delusioni, la storia di un morso.


COMMENTO 17^ GIORNATA
Cittadella 11/02/2018

TRA PSYCO E L'ILIADE



Partita al cardiopalma questa domenica alla Ca'Onorai Arena. Scendeva al catino dell'interland cittadellese un agguerrito Grantorto, pronto a tutto per recuperare lo svantaggio in classifica. I ragazzi di mister Meneghetti cominciano piuttosto bene, con una pressione sterile ma continua sulla trequarti avversaria. Tutto scorre abbastanza piattamente fino al ventesimo circa, quando il Grantorto passa alla prima timida sortita offensiva. Da una banale palla nasce un banale corner banalmente tirato, colpo di testa anonimo a foglia morta, Pettenuzzo sul palo emula Rivera con la Germania nel '70 e la frittata è fatta. Contraccolpo psicologico terribile, il Grantorto gestisce bene e già pregusta lo scippo perfetto. Sul finale di primo tempo Sperotto, nettamente il migliore dei suoi, manda in porta D'Agostino che verrebbe abbattuto a tu per tu con la rete ma l'arbitro incredibilmente non vede, forse coperto, e la Sfortuna pare avere deciso chi tormentare quest'oggi. Nemmeno la giusta espulsione del centrale avversario pare cambiare le sorti della gara e il secondo tempo inizia come era finito il primo. Si va verso un triste epilogo quando alla mezz'ora Sperotto si procura un giusto rigore che l'arbitro memore della topica precedente non può non fischiare, con tanto di secondo rosso sulle assurde proteste grantortesi. Parancola è glaciale dal dischetto e l'inerzia cambia completamente. Pierobon dietro è in trance e avvia le offensive biancoverdi con foga, Pettenuzzo come Rivera cerca riscatto e sfiora il gol con un tirocross al veleno. Ma sono i neoentrati a prendersi la scena. 94'minuto, Parancola scodella il pallone della disperazione, Mazzuia con una finta manda al bar mezza difesa lasciando scorrere per l'accorrente Rosso che scaglia il tiro della vita, un missile che si staglia sull'incrocio dei pali. E qui viviamo uno di quei momenti che accadono a volte in questi casi di tensione estrema, il tempo pare fermarsi e la scena cristallizzarsi, la palla rimbalza lenta a centro area con una trentina di persone che la guarda impotente, e lì appare l'Uomo del Destino, colui che non ti aspetti ma che a posteriori capisci non poter esser stato nessun altro, appare Sgarbossa, figlio del mitico presidente biancoverde quasi inviato dall'Alto a giustiziare quel mostro a nove teste chiamato Grantorto. Sgarbossa, conscio a metà del proprio Destino, alza il piede d'istinto e insacca la più omerica delle reti, scatenando un delirio senza eguali, con Rosso che gira a vuoto incredulo come Grosso nel 2006, Geremia come un pazzo scalzo in mezzo al campo sembra un filosofo cinico spinto sull'orlo dell'Abisso, con mister Meneghetti a bordo campo che annaspa in cerca di ossigeno. Cuori deboli astenersi dal presentarsi prossimamente all'Arena, i nostri ragazzi paiono apprezzare Hitchcock più del dovuto, anche se quest'oggi pare averci messo lo zampino anche un cieco poeta epico che lassù per una volta s'avvolge il capo con un mantello biancoverde.

O.S.

Riccardo D'Agostino

 COMMENTO 16^ GIORNATA


Campodoro 4 febbraio 2018

Andava stavolta in scena il più classico dei testacoda, la capolista Campodorese ospitava i nostri ragazzi dell'Olympia. Mister Meneghetti schiera una formazione difensiva e compatta, infarcita di muscoli e interdizione. Subito la capolista mostra un gioco spigliato e fluido ma fatica a trovare varchi significativi, le linee biancoverdi sono infatti corte e compatte, Bussolin davanti alla difesa è sempre in posizione e Cauzzo pare avere quattro polmoni rincorrendo chiunque gli capiti in zona. Solo un paio di mischie da corner alla fine sono da segnalare in un primo tempo comandato sì dalla Campodorese, ma con una supremazia piuttosto sterile. Nella ripresa pronti via e la squadra di casa aumenta i giri e si butta all'attacco con rabbia, la pressione sale e Baggio in porta deve iniziare a darsi da fare. Oltre alle solite mischie i giocatori in grigio riescono ad andare al tiro in altre due o tre occasioni, da segnalare soprattutto un colpo di testa sventato da Baggio con riflesso felino. Il Mister allora cerca di correre ai ripari con un paio di cambi per portare forze fresche e un minimo di possesso palla, ma la spinta rabbiosa della Campodorese non scema, scontrandosi però con una strenua resistenza dei nostri ragazzi oggi in versione elmetto e baionetta. Mattolin è superlativo in marcatura e Bragagnolo molto attento in copertura, i minuti passano e nell'aria oltre al fumo dei fumogeni inizia ad aleggiare anche odor di frustrazione. I giocatori, i tifosi e la panchina tutta della Campodorese iniziano a capire che la vittima sacrificale ha intenzione di resistere a oltranza e con lo scorrere inesorabile del cronometro è chiaro a tutti che l'Olympia oggi non capitolerà. La
linea Maginot tiene a meraviglia e Geremia e Parancola avrebbero anche l'occasione buona per colpire in contropiede ma forse sarebbe stato troppo. Finisce così, come all'andata, con i complimenti dei primi della classe e una dose di fiducia supplementare per i ragazzi di mister Meneghetti. Un po' stupiti i tifosi avversari si aspettavano una goleada, ma dovrebbero saperlo anche loro, storicamente quando l'Olympia decide di costruire un muro lo sa fare dannatamente bene.
O. S.

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